A seguito di una
denuncia penale di Steven Unthank – Australia contro la Watchtower e i suoi dirigenti e associati i genitori e le famiglie dei bambini di una di queste congregazioni, hanno scritto una lettera aperta al Corpo Direttivo, sperando di ottenere un riscontro dopo
vari inutili tentativi di avere risposte da parte loro.
La lettera che segue mostra lo svolgersi degli eventi,
e il completo e assurdo disinteresse e disprezzo dei dirigenti della Watchtower
verso le leggi dello Stato, verso le leggi bibliche che cercano di instillare
agli altri, verso il benessere dei fanciulli e verso qualsiasi richiesta fatta loro.
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giovedì 19 gennaio 2012
Lettera aperta al Corpo Direttivo dei TdG
Lettera aperta al Corpo Direttivo da parte di figli di Testimoni di Geova.
venerdì 9 dicembre 2011
I Testimoni di Geova promuovono l'apostasia?
Il Corpo
Direttivo del movimento religioso dei Testimoni di Geova sembra aver preso di
mira quelli che loro chiamano "apostati".
La
campagna di denigrazione prende diverse forme; articoli di studio della rivista
La Torre di Guardia, messe in guardia alle adunanze di congregazione,
ammonimenti pubblici alle assemblee annuali, caccia ai "trasgressori"
che, malgrado gli avvertimenti,
continuano ad avere rapporti con coloro che sono stati disassociati o che si
sono dissociati o che semplicemente sono stati "segnati" come persone
non frequentabili nella congregazione a causa delle loro opinioni.
Dovrebbe
essere, comunque, oltraggioso , vergognoso e indignante costatare questo loro
odio, questa loro guerra contro i propri
membri che decidono di abbandonare le opinioni imposte dal Corpo Direttivo mentre loro stessi hanno fatto dell'apostasia
la ragion d'essere del loro movimento!
domenica 2 ottobre 2011
Chi sono i “mentalmente malati”?
Chi sono i “mentalmente
malati”, gli apostati o i Testimoni di Geova?
Nella
rivista "La Torre di Guardia" del 15 luglio 2011, pagina 16, la dirigenza dei
Testimoni di Geova, riferendosi a coloro che non condividono più gli
insegnamenti della stessa e che per tale motivo l’hanno abbandonata, li chiama “apostati”
e afferma che sono semplicemente “mentalmente malati”.
Al di là
della violazione dei diritti umani universali (articolo 19) che lasciano la
libertà a ciascuno di avere le proprie opinioni e di divulgarle senza essere per
questo molestati, quest’affermazione gratuita, ossia non sostanziata, sembra
essere in contradizione con le posizioni stesse espresse dalla Watchtower.
venerdì 12 novembre 2010
Come sono uscita dai Testimoni di Geova
Commento ricevuto a fronte dell'articolo "Fuoriuscire dal movimento: in silenzio o segnandone l'evento", a seguito della trasmissione televisiva della Svizzera francese TSR 1, sul tema "Crescere con Geova".
La traduzione italiana del commento seguirà tra breve!
N.B. - il commento è pubblicato con l'autorizzazione dell'autore.
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Bonjour,
Vous ne me connaissez surement pas... Je m'appelle Xxxx Xxxxxxxx, j'ai fait partie de plusieurs congrégations avec mes parents, d'abord en langue espagnole, puis portugaise (ma langue maternelle) et enfin italienne avec mon ex-mari, à Renens et ensuite à Morges (Suisse - ndr).
Malheureusement mon niveau écrit d'italien n'est pas assez bon pour que je puisse vous écrire.
Votre témoignage et celui de vos deux enfants sur Temps Présents, m'ont beaucoup émue.
La traduzione italiana del commento seguirà tra breve!
N.B. - il commento è pubblicato con l'autorizzazione dell'autore.
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Bonjour,
Vous ne me connaissez surement pas... Je m'appelle Xxxx Xxxxxxxx, j'ai fait partie de plusieurs congrégations avec mes parents, d'abord en langue espagnole, puis portugaise (ma langue maternelle) et enfin italienne avec mon ex-mari, à Renens et ensuite à Morges (Suisse - ndr).
Malheureusement mon niveau écrit d'italien n'est pas assez bon pour que je puisse vous écrire.
Votre témoignage et celui de vos deux enfants sur Temps Présents, m'ont beaucoup émue.
mercoledì 10 novembre 2010
Fuoriuscire dal movimento: in silenzio o segnandone l’evento?
Questa è la domanda che mi sono posta il giorno che decisi, nel ormai lontano novembre 2004, di abbandonare l’Organizzazione.
Ho ripensato al tempo passato all’interno del movimento. 59 anni sono tanti, troppi!
Durante tutto quel tempo, mi sono dato anima e corpo nel promuovere l’ideologia geovista, convinto che fosse “la VERITÀ”.
Non mi sono tirato indietro, anche quando comportava enormi sacrifici dal punto di vista di investimento personale, tempo e denaro.
Avevo messo al secondo piano, tutto il resto, nella mia vita. Nulla passava prima della “Verità”. Perfino la famiglia.
Se lo feci, è perché ero convinto non solo che questo è quanto Dio richiedesse da me, ma anche perché era bene che lo facessi per gli altri. Tutti dovevano sapere che, diventare un Testimone di Geova e esserlo 24 ore al giorno, era la cosa essenziale che tutti dovevano conoscere e seguire, se volevano ottenere un futuro di approvazione e di ricompensa da parte di Dio nel nuovo sistema di cose.
Quando ho scoperto che quanto insegnato dai Testimoni non è la “verità”, allora mi sono reso conto di aver ingannato il mio prossimo, di averli portati in una strada che non porta assolutamente a quanto ci si aspetta. Questa NON era l’Organizzazione di Dio e la strada indicata era solo una lunga ed interminabile perdita di tempo. Ho promosso e aiutato le persone a intraprendere una strada che portava nel nulla, e ora ne avevo l’evidenza.
Ho ripensato al tempo passato all’interno del movimento. 59 anni sono tanti, troppi!
Durante tutto quel tempo, mi sono dato anima e corpo nel promuovere l’ideologia geovista, convinto che fosse “la VERITÀ”.
Non mi sono tirato indietro, anche quando comportava enormi sacrifici dal punto di vista di investimento personale, tempo e denaro.
Avevo messo al secondo piano, tutto il resto, nella mia vita. Nulla passava prima della “Verità”. Perfino la famiglia.
Se lo feci, è perché ero convinto non solo che questo è quanto Dio richiedesse da me, ma anche perché era bene che lo facessi per gli altri. Tutti dovevano sapere che, diventare un Testimone di Geova e esserlo 24 ore al giorno, era la cosa essenziale che tutti dovevano conoscere e seguire, se volevano ottenere un futuro di approvazione e di ricompensa da parte di Dio nel nuovo sistema di cose.
Quando ho scoperto che quanto insegnato dai Testimoni non è la “verità”, allora mi sono reso conto di aver ingannato il mio prossimo, di averli portati in una strada che non porta assolutamente a quanto ci si aspetta. Questa NON era l’Organizzazione di Dio e la strada indicata era solo una lunga ed interminabile perdita di tempo. Ho promosso e aiutato le persone a intraprendere una strada che portava nel nulla, e ora ne avevo l’evidenza.
mercoledì 24 febbraio 2010
Perdita e Liberazione – 3
Forgiarsi la nuova identità
L’uomo è un essere abitudinario!
Una volta presa una strada si crea una zona di “conforto” nella quale indugiamo. Sappiamo che, prima di prendere quella strada, qualsiasi essa fosse, abbiamo dovuto investire molto dal punto di vista intellettuale, emotivo, fisico, per non parlare di quelle scelte che hanno richiesto molto, per adeguarvisi, in costi economici, sociali, familiari, affettivi o professionali.
Ogni strada che abbiamo scelta, in qualsiasi campo fosse, ha marcato in modo indelebile la nostra identità. Noi siamo ciò che abbiamo scelto di essere. Anzi, forse sarebbe meglio dire, le nostre scelte hanno forgiato la nostra identità.
Abbandonare una scelta fatta, significa rimettere in questione la nostra identità. .../...
L’uomo è un essere abitudinario!
Una volta presa una strada si crea una zona di “conforto” nella quale indugiamo. Sappiamo che, prima di prendere quella strada, qualsiasi essa fosse, abbiamo dovuto investire molto dal punto di vista intellettuale, emotivo, fisico, per non parlare di quelle scelte che hanno richiesto molto, per adeguarvisi, in costi economici, sociali, familiari, affettivi o professionali.
Ogni strada che abbiamo scelta, in qualsiasi campo fosse, ha marcato in modo indelebile la nostra identità. Noi siamo ciò che abbiamo scelto di essere. Anzi, forse sarebbe meglio dire, le nostre scelte hanno forgiato la nostra identità.
Abbandonare una scelta fatta, significa rimettere in questione la nostra identità. .../...
martedì 2 febbraio 2010
Perdita e Liberazione - 2
Gestione delle transizioni:
Visto che i campi della vita sono molteplici, personali, professionali, sociali e simili, non tutte le transizioni avvengono nello stesso tempo in tutti i campi.
Già il gestire una transizione in un sol campo, per esempio personale quando si affronta un divorzio, è motivo di insostenibile stress, gestirne più di una alla volta può condurre alla disperazione.
Quello che c’è di buono, nelle transizioni, è che hanno molto in comune. Se prendiamo il tempo di analizzarne dovutamente il fenomeno, potremo scorgere il modello e usarlo come lezione da seguire per qualsiasi specie di transizione o cambiamento. .../...
Visto che i campi della vita sono molteplici, personali, professionali, sociali e simili, non tutte le transizioni avvengono nello stesso tempo in tutti i campi.
Già il gestire una transizione in un sol campo, per esempio personale quando si affronta un divorzio, è motivo di insostenibile stress, gestirne più di una alla volta può condurre alla disperazione.
Quello che c’è di buono, nelle transizioni, è che hanno molto in comune. Se prendiamo il tempo di analizzarne dovutamente il fenomeno, potremo scorgere il modello e usarlo come lezione da seguire per qualsiasi specie di transizione o cambiamento. .../...
Perdita e Liberazione - 1
Introduzione
“Tutti i cambiamenti, anche i più desiderati, hanno la loro malinconia, perché ciò che lasciamo dietro è una parte di noi. Dobbiamo morire in una vita prima di poter entrare in un'altra.” – Anatole France
La nostra vita è un susseguirsi di cicli di morte-e-rinascita.
Alcuni sono inevitabili o, perlomeno, naturali, altri, imposti, necessari o desiderati.
Hanno tutti in comune un periodo di transizione che, secondo l’individuo, i motivi del cambiamento, il tipo di “nuova vita” prospettata può essere percepito come difficile, traumatico se non addirittura nefasto. .../...
“Tutti i cambiamenti, anche i più desiderati, hanno la loro malinconia, perché ciò che lasciamo dietro è una parte di noi. Dobbiamo morire in una vita prima di poter entrare in un'altra.” – Anatole France
La nostra vita è un susseguirsi di cicli di morte-e-rinascita.
Alcuni sono inevitabili o, perlomeno, naturali, altri, imposti, necessari o desiderati.
Hanno tutti in comune un periodo di transizione che, secondo l’individuo, i motivi del cambiamento, il tipo di “nuova vita” prospettata può essere percepito come difficile, traumatico se non addirittura nefasto. .../...
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