Benvenuti sul mio Blog

Esso contiene una raccolta di notizie, analisi e riflessioni sul movimento religioso dei Testimoni di Geova.

martedì 23 marzo 2010

I TdG e la questione del Sangue – 01

Perché tutti questi cambiamenti sulla questione del sangue? - 01

Non è possibile dissociare il movimento religioso dei Testimoni di Geova da alcune delle loro caratteristiche più spiccate.

Mentre, come tutte le altre denominazioni religiose cristiane, anche essi accettano tutti i precetti cristiani basati sul frutto dello spirito (Galati 5:22-23) e condannano tutte le opere della carne per le quali si perde il privilegio di “accedere al regno di Dio”, secondo Galati 5:19-21, quali fornicazione, impurità, condotta dissoluta, esattamente come per tutti gli altri cristiani, la dirigenza del movimento ha trovato necessario distinguersi dalle altre “false religioni”, adottando proibizioni non esplicitamente enunciate nella Parola di Dio, ma alle quali ci sono arrivati usando alcune scritture e molte elucubrazioni.   ../..

Mentre l’accettazione di queste interpretazioni gratuite ed arbitrarie potevano benissimo essere lasciate alla libertà e coscienza del Testimone, esse sono state imposte come vere e proprie “leggi” bibliche, esplicitamente espresse da Dio, la trasgressione delle quali implica la sua disapprovazione, la morte spirituale e l’ostracismo ad oltranza da parte dei propri conservi, familiari, amici, vicini di casa e chiunque altro è rimasto “fedele” agli insegnamenti dello Schiavo Fedele e Discreto, leggasi ora Corpo Direttivo, come se fossero assimilabili alle “opere della carne” di cui parla l’apostolo Paolo ai Galati.

Tra questi “peccati” ritroviamo l’uso di vaccini, il trapianto di organi, i rapporti sessuali di “notevole immoralità” tra marito e moglie, chiamati “peccati innaturali” nella domanda ai lettori della rivista Torre di Guardia del 1/6/1973 p.351 ed infine, non solo la proibizione di nutrirsi del sangue o di carne non dissanguata, come uno potrebbe naturalmente concludere leggendo le prescrizioni della legge mosaica e l’ingiunzione apostolica di Atti 15:29, ma anche la sua più estesa interpretazione che implica il rifiuto di emotrasfusioni.

È triste costatare come la maggior parte di queste “proibizioni”, non riscontrabile nella Bibbia se non nell’immaginazione della dirigenza del movimento, sono poi state abrogate, cancellando come con uno strofinaccio, tutto il danno causato da una parte, a coloro che, volendo rimanere “fedeli” si sono conformati, rovinando il loro matrimonio, la loro salute o perdendo perfino la loro vita e, dall’altra parte, coloro che si sono rifiutati di ubbidire e hanno dovuto subire l’ostracismo da parte dei loro cari, una pena non tanto dissimile dalla lapidazione praticata in Israele.

Mentre la maggior parte delle “proibizioni” sono state ormai abbandonate, una di queste, comunque, è sopravvissuta per quasi 70 anni, dagli inizi degli anni 40 del secolo scorso fino ad oggi: il divieto assoluto di assunzione di sangue tramite un emotrasfusione.

Forse più di qualsiasi altra cosa, questa questione ha reso noto il movimento dei Testimoni di Geova a causa degli attacchi da parte dei mass-media, del corpo medico e dell’apparato giuridico in tutto il mondo, portandolo alla ribalta della cronaca ogniqualvolta un membro pagava con la vita la propria integrità, non a Dio, ma all’interpretazione umana di alcune scritture bibliche.

È ovvio che questa posizione ha finito per nuocere alla buona reputazione del movimento, tanto ricercata dalla dirigenza, al punto che, come fu il caso in Bulgaria, alla fine degli anni 80 del secolo scorso, erano sul punto di perdere il riconoscimento statale tanto ambito se non avessero fatto compromesso proprio sulla questione del sangue – vedi il sito di Achille Lorenzi, InfoTdGeova: http://www.infotdgeova.it/strategia/bulgaria.php

Perdere la “buona reputazione” come movimento religioso, significa perdere molti privilegi, dal punto di vista sociale, civico e fiscale. Uno dei motivi per cui la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, con sede a Roma, non ha ancora ottenuto la tanta ambita “intesa” con lo Stato Italiano, è proprio il divieto da parte della dirigenza, di concedere il diritto ai propri membri di accettare o meno una trasfusione di sangue. – vedi “Petizione parlamentare contro l’Intesa” del novembre 1998 sul sito: http://www.infotdgeova.it/petizione.php

Stranamente, dunque, a differenza di tutte le altre interpretazioni campate in aria, che hanno finito per essere abbandonate o relegate semplicemente nel cassetto della “questione di coscienza”, questa posizione sembra resistere al logorio del tempo.

Come mai?

Cercheremo di scoprirlo insieme in un prossimo episodio.   ../..
.

Nessun commento: