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Esso contiene una raccolta di notizie, analisi e riflessioni sul movimento religioso dei Testimoni di Geova.

martedì 23 settembre 2014

Fuoriuscire dai TdG: per rancore o collera dopo aver subito ingiustizie?

Quando un Testimone di Geova subisce dei gravi torti per mano dei suoi correligionari e poi, finisce per abbandonare l'Organizzazione, molti si chiedono se non abbia abbandonato per rancore o collera.

Io stesso ho subito gravi torti anni fa e alcuni si pongono questa domanda nei miei confronti.
In effetti, ho ricevuto proprio questi giorni una email da un anziano di congregazione ancora praticante che si pone tale domanda. Gli ho risposto con sincerità e ho pensato che la mia risposta possa essere di qualche aiuto ad alcuni miei lettori su questo blog. Ecco perché riporto, in maniera anonima, la mia risposta qui di seguito:




"Caro ....

Devo dirti che sono stato felice di ricevere il tuo messaggio, dando una continuità al dialogo iniziato prima dell’estate.
Se ti scrivo, è perché mi sento in dovere di rispondere alle tue due domande:
-          Me ne accorgo dopo quasi 40 anni? (in realtà quasi 50 anni dopo il mio battesimo)
-          Me ne accorgo quando subisco un ingiustizia?
Le tue domande sono molto pertinenti e la reazione che hai avuto è solo normale!
Anche se, nella mia prima risposta, ho già dato, in qualche modo, delle indicazioni che possono spiegare i motivi della tempistica nel fuoriuscire, vorrei aggiungere alcune riflessioni che aiutano a comprenderla.
Se i Testimoni di Geova bussano a tutte le porte, indipendentemente dall’età del “padrone di casa”, sanno benissimo che, non solo giovani, ma anche anziani che hanno seguito per decenni il proprio credo, possono ricredersi e convertirsi, accettando uno studio biblico ed infine, dedicandosi con il battesimo.
Non c’è dunque da meravigliarsi se, anche dei Testimoni di Geova, dopo decenni di militanza, finiscono per ricredersi e convertirsi, accettando un credo differente da quello praticato fino ad allora.
Per quanto riguarda la seconda domanda, anche qui, sovente e volentieri, chi finisce per accettare una conversazione alla porta con un Testimone di Geova è perché è stato deluso da qualcosa, in generale dalla vita, ma in particolare forse un movimento politico o religioso che finisce, con il tempo, per dimostrare certe mancanze o perfino pecche ma comunque, a non soddisfare più certe aspettative fondamentali.
Anzi, aggiungo che, sia nelle pubblicazioni della Watchtower che nei nostri propri argomenti usati alle porte con i padroni di casa, si fa leva sulla delusione che si dovrebbe avere di fronte, ad esempio, a un clero che pratica la pedofilia, a una chiesa che la condona (fino a qualche anno fa), magari sulle “menzogne” insegnate nella fede di appartenenza.
Dunque, è solo normale ricredersi della propria fede e convertirsi a qualsiasi altra fede, indipendentemente dall’età o il numero degli anni trascorsi in quella precedente, come è solo normale che chi lo fa possa farlo perché è stato deluso dal comportamento, insegnamento o la mancata realizzazione delle aspettative create, non dalla propria immaginazione ma da coloro nei quali si era riposta la propria fiducia fino ad allora.
In altre parole, rivendico per me stesso gli stessi diritti che garantivo alle persone alle porte, quella di poter abbandonare un movimento religioso che, con il tempo, si è rivelato non più degno di fiducia senza dover giustificarmi o essere giudicato, benché non abbia nessun problema a spiegare i motivi della mia fuoriuscita che nulla hanno a che vedere con l’ingiustizia subita. Anche nel passato fedeli servitori di Dio hanno subito ingiustizie per mano di coloro che pretendevano servire lo stesso Dio, non per questo hanno abbandonato la propria fede o sono fuggiti lontano da Israele.
Per rispondere dunque alla tua sorpresa se non indignazione, sappi che non ho abbandonato l’Organizzazione a causa della delusione dovuta al modo con il quale sono stato trattato, ma la delusione di scoprire l’inganno perpetrato dal Corpo Direttivo ai danni dei fratelli e delle persone che abbiamo, involontariamente, coinvolto alle porte.  
Il modo, ossia le ingiustizie subite di persona per mano di coloro che avrebbero dovuto mostrare lealtà alle norme cristiane e darne l’esempio, sono state l’evento scatenante che ha messo in moto in me il processo di esame delle norme stesse insegnate dall’Organizzazione e, da qui, il suo insegnamento religioso in generale.
Tanto è vero che le ingiustizie nei miei confronti sono iniziate nel 1997, maturatesi poi nel 1999 mentre il mio allontanamento data del novembre del 2004! Nel frattempo, durante dunque un periodo di sette anni, continuavo ad essere un Testimone di Geova a tutti gli effetti, non abbandonando alcuna adunanza e prodigandomi nell’opera di predicazione.
La mia vera fuoriuscita, poi,  è avvenuta nel giugno del 2009, ossia oltre 10 anni dalle ingiustizie subite e dovuta, non alle ingiustizie stesse, ma alla presa di coscienza della vera natura dell’Organizzazione
Ecco perché posso tranquillamente affermare che, rispondendo alle tue domande, non è stato né il rancore, né la collera e tanto meno le ingiustizie subite a farmi allontanare e poi fuoriuscire dall’Organizzazione dei Testimoni di Geova.
La sfiducia è nata proprio dallo scoprire che il cosiddetto “Schiavo fedele e discreto”, a quel tempo formato dai 144'000, non soddisfaceva realmente le credenziali da esso stesso stabilite e diffuse nelle proprie pubblicazioni – vedi mia riflessione a questo riguardo sul mio sito http://www.testimoni-di-geova.info/spip.php?article9.
Ora che il Corpo Direttivo si arrogato il diritto di stabilire che, in realtà, lo Schiavo Fedele e Discreto sono SOLO loro, ossia l’autonominato ente di soli 8-18 uomini a capo del movimento religioso, a dispetto del resto dei 144'000 relegati ora ad un ruolo secondario, se non inesistente, di spettatori in attesa di un ipotetica risurrezione, mi è più che mai chiaro come abbiano potuto ingannare per quasi un secolo i poveri illusi che siamo stati noi, facile e gratuita manodopera, reale forza che ha contribuito alla sua esistenza e crescita.   
Secondo me, l’inganno dell’Organizzazione inizia con un innocente ricerca della “verità” da parte di Russell che, come molti suoi contemporanei avventisti e precedenti illuminati, hanno creduto di poter interpretare profezie bibliche in scala escatologica, vedendo negli eventi a loro noti nella loro recente storia, l’adempimento delle stesse (esempio: il tempo della fine iniziato con la rivoluzione francese), come con Miller e la fine del mondo nel 1844/45, Barbour e Russell nel 1914, per citarne solo due delle numerose decine di “profeti” sorti negli ultimi 300 anni. Quello che chiamo “inganno”, non è il voler innocentemente credere e divulgare la pretesa data della fine del mondo, ma il … persistere dopo essersi accorti di aver sbagliato! Dice bene il proverbio: “sbagliare è umano, persistere è diabolico” e, secondo me, stupido!!!
Non sto qui a citare la lunghissima lista di evidenze che dimostrano la malafede, dunque “inganno”, dell’odierno Corpo Direttivo, ma citerò solo una, per me fondamentale e facilmente verificabile se la si guarda con obiettività: la Traduzione del Nuovo Mondo! Questa traduzione contiene innumerevoli inesattezze atte solo a sostenere le dottrine dei Testimoni di Geova e dove ciò sarebbe stato difficile da sostenere, l’aggiunta nel testo (originale), di parole o frasi tra parentesi quadre, senza le quali il senso della dottrina non avrebbe potuto essere sostenuto, come per esempio quella di Colossesi 1:16 che, riferendosi al Cristo dice:

...perché per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono create...

Nella recente nuova Traduzione, tutte parentesi quadre sono state eliminate, ma non il loro contenuto, così che si legge (nella versione inglese in mio possesso del 2006) :

...perché per mezzo di lui tutte le altre cose furono create...” (il corsivo è mio)

Mentre nelle altre traduzioni, con qualche variazione viene scritto:

“...perché per mezzo di lui tutte le cose furono create...”


Si vede chiaramente da questa manipolazione delle scritture l’intento di voler sostenere l’idea che Cristo faccia parte di tutte le cose create e non che sia il mezzo tramite il quale tutte le cose sono state create. Ma la malafede non sta nella traduzione stessa, giustificata, in un primo tempo, con le parole aggiunte tra parentesi quadre, ma nell’eliminare le parentesi quadre che, secondo la prefazione della prima traduzione, contenevano parole aggiunte per “la comprensione del testo”, ma il fatto di eliminare le parentesi, conservandone il testo e omettendo di informare il lettore della manipolazione !!!

Lontano da me l’idea di sostenere la trinità, nella quale non posso credere, ma è solo un esempio della malafede dell’Organizzazione che cambia il testo delle scritture senza nemmeno avvertire i propri adepti di averlo fatto e del perché lo abbiano fatto.

Questo spiega, in parte, la mia presa di coscienza del fatto che, a causa della mia ingenuità nell’aver riposto la mia piena fiducia, sin da bambino, in questa Organizzazione, accettandola senza dovermene accertare, come unica organizzazione diretta da Dio, mi sono ritrovato a non metterla più in dubbio fino all’evento scatenante. È come quel marito che crede fermamente nella fedeltà della moglie e che, un giorno, scopre un indizio che inizia a farglielo dubitare, magari dietro quello che qualche amico aveva voluto fargli capire ma che per anni lui non ha mai voluto neppure indagare, tanto che vi credeva ma, che grazie all’evento scatenante, finisce per accorgersi del tradimento della moglie!

Se lo desideri, potrei ampliare l’argomento e darti concrete evidenze della malafede del Corpo Direttivo il quale, una volta sbugiardato, non può continuare ad essere colui nel quale riporre la propria fiducia.

Mi rincresce leggere del dispiacere del fratello che abita in Svizzera a causa della mia fuoriuscita. Ho avuto un numero alquanto grande di "amici" ma pochi hanno avuto il coraggio di chiedermi il "perché". Sono rimasto in contatto con alcuni di essi, anche anziani, ma la maggioranza non sembra essersene molto preoccupata. Mi rendo conto che la cosiddetta "amicizia" nell'Organizzazione non ne è una. Un vero amico lo si perde solo quando muore, non perché ha cambiato idea circa la sua fede. Questa è una cosa che deve essere giudicata solo da Dio, non dagli uomini! 

È stato un piacere condividere con te questi miei pensieri e spero che possano servire come base di riflessione.

Spero, comunque, che facciano luce sui comportamenti di certi responsabili nell'Organizzazione, incluso il Corpo Direttivo, che non hanno nulla da invidiare a quelli del mondo, essendo soltanto un'organizzazione umana come tutte le altre.


Un caro saluto."

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