Da sempre,
ossia sin dai tempi del loro fondatore Charles Taze Russel, i Testimoni di
Geova, allora chiamati Studenti Biblici Internazionali, si sono vantati,
accusando indirettamente i metodi praticati nelle chiese, di “non fare
collette”.
Quando si
comincia a parlare di “collette” in realtà, si sta aprendo il discorso del
finanziamento delle denominazioni religiose.
Si potrebbe
dire che ogni nuova fede ha un fondatore, presto circondato da seguaci che
oltre ad ascoltarlo, inizieranno a diffondere i suoi pensieri, i suoi ideali,
la sua visione del mondo e dello scopo della vita.
Molto
probabilmente, tra gli insegnamenti del gruppo, si cercherà di dare risalto
alla spiritualità e si condannerà il materialismo.
Come
succede a qualsiasi idealismo, qualsiasi iniziativa che finisce per coinvolgere
centinaia, migliaia o milioni d’individui, sorge anche la necessità di
organizzare e finanziare le attività del gruppo. La religione, purtroppo, non
sfugge a questo bisogno.
La Chiesa,
nei passati secoli ha introdotto vari metodi per raccogliere fondi, tra i quali
quello delle indulgenze aspramente criticato poi dai loro detrattori. Le collette,
ossia il passare il piattello sotto il naso dei fedeli, “accettando” doni dai
presenti” è stato un altro metodo praticato e ancora praticato oggi in molte
chiese.
All’inizio,
i Testimoni di Geova si sono divertiti a condannare il clero che seguiva questa
pratica, ma poi, con il tempo, hanno escogitato anche loro vari metodi, come
quello della “vendita” mascherata delle proprie pubblicazioni, con tanto di
prezzo stampato sulla pubblicazione, poi sostituito con un “listino prezzi”
interno che era applicato al momento della distribuzione delle pubblicazioni
nei luoghi di culto ai fedeli che se ne servivano per essere infine sostituito
con le cosiddette “contribuzioni per l’opera del Regno” che, se non coprivano
il prezzo in precedenza attribuito alle pubblicazioni sul “listino prezzi”, era
un dramma da sfruttare per scuotere i fedeli “colpevoli” di non aver “coperto
le spese” di stampa con le loro contribuzioni.
Lo stesso è
successo con la partecipazione ai congressi organizzati dal gruppo. All’inizio,
per “coprire le spese”, i partecipanti alle assemblee annuali erano esortati a
contribuire nelle apposite cassette delle contribuzioni sul luogo dell’assemblea.
Col tempo, però, invece di affidarsi al buon cuore dei partecipanti, la filiale
ha iniziato a chiedere, non ai proclamatori, ma al corpo degli anziani di
ciascuna congregazione partecipante a uno o l’altro dei congressi, di versare
una somma fissa per proclamatore, secondo il numero di proclamatori di ciascuna
congregazione, lasciando il compito di “raccogliere” i fondi ai poveri anziani locali.
Stava ormai a loro il compito di stimolare e sensibilizzare i proclamatori in
modo che la somma richiesta fosse raccolta e spedita alla filiale.
Ora sembra
che il bisogno di risorse economiche sia aumentato; non si sa bene perché se,
per esempio, a causa delle ormai poche contribuzioni o, se c’è stato un enorme
necessità di denaro come quando si deve rispondere alla legge, indennizzando le
vittime della pedofilia, come è avvenuto negli USA e forse anche altrove.
Fino ad
ora, e da qualche decennio, ogni Sala del Regno esponeva, non il piattello per
le collette, ma un certo numero di “cassette per le contribuzioni”, intitolate,
secondo il periodo, “per l’opera del Regno”, “per i missionari”, “per la
costruzione di Sale del Regno” e per tanti altri “santi”motivi. Una delle cassette
in questione serviva a raccogliere i fondi per le spese LOCALI, ossia quelle
causate dall’affitto locale, delle spese per l’illuminazione, il condizionamento,
e per motivi puntuali come “la visita del viaggiante”.
Con effetto
immediato, pare, secondo la lettera inviata dal Corpo Direttivo datata 12
maggio 2014, tutte le congregazioni potranno trattenere, come in passato, le
somme ricevute in questa particolare cassetta delle contribuzioni, quanto
necessita loro localmente, ma per coprire le spese di soli due-tre mesi. Gli
eccedenti, con una riserva non per congregazione ma per Sala del Regno di 5'000
dollari, devono essere tutti inviati alla filiale locale della WT.
È vero, non
ci sono i piattelli per le collette, ma un sofisticato sistema di intimidazione
e pressione psicologica e una procedura scritta nero su bianco di come gestire
i fondi raccolti e farli affluire sotto il diretto controllo della sede
centrale e non più del locale corpo degli anziani che rappresenta i membri
della congregazione locale.
Dieci con
lode alla faccia del “non si fanno collette”!
2 commenti:
Sono una neofita nello studio critico avverso tdg.
Sono una donna, di elevato grado di istruzione, coniugata da 33 anni, madre di due figli ingegneri, come mio marito. Da circa 2 anni vivo la tremenda esperienza del mio figliolo di 32 anni che, per amore della sua donna, ha aderito ai tdg (lei è diventata tdg solo qualche anno prima).
Cerco di studiare e gestire il rapporto con lui, anche se impossibile.
Vorrei partecipare ad eventuali discussioni che mi possano essere di aiuto in questo difficile compito.
Grazie
Ciao Marisa, piacere leggerti.
Ti suggerisco di consultare una pagina facebook frequentata da ex-testimoni e altri interessati al soggeto, incluso me stesso, QUESTA:
https://www.facebook.com/groups/usciredaitestimonidigeova/
Comunque se poi vorresti avere contatti più diretti, una volta su quella pagina potrai iscriverti e chattare con gli altri, magari me stesso se ti capita.
Auguri per la tua ricerca.
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