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Esso contiene una raccolta di notizie, analisi e riflessioni sul movimento religioso dei Testimoni di Geova.

lunedì 7 aprile 2014

Il battesimo praticato dai TdG è blasfemo?



Invece della formula usata da Gesù, nel dare istruzioni sul “fare discepoli”, che includevano, all’atto del battesimo, il riconoscimento dell’autorità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come suggerito da Matteo 28:19-20, i Testimoni di Geova usano rivolgere pubblicamente al battezzando due domande, alle quali il battezzando deve rispondere “Sì”,  ad alta voce per essere udito le centinaia se non migliaia di presenti al congresso dove si svolge la cerimonia, altro non è che un “giuramento di lealtà” né al Padre, né al figlio né allo spirito santo, bensì all’Organizzazione terrena dei Testimoni di Geova che si insinua essere “diretta dallo spirito santo”.

Ecco come recitano le due domande in questione, secondo la TdG del 1/10/1985 pagina 20:

1. In base al sacrificio di Gesù Cristo, ti sei pentito dei tuoi peccati e ti sei dedicato a Geova per fare la Sua volontà?

2.Comprendi che la tua dedicazione e il tuo battesimo ti identificano come testimone di Geova associato all’organizzazione diretta dallo spirito di Dio?

Ecco, invece, cosa comanda Gesù ai suoi apostoli, dopo la sua resurrezione e prima di accedere al cielo, secondo Matteo 28:19-20:

Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato”.

Secondo la formula battesimale propinata dai Testimoni di Geova, l’individuo diventa “Testimone di Geova” e non, come suggerisce invece il vangelo di Matteo “discepolo di Cristo”.

Secondo la stessa formula, egli accetta la pretesa che il movimento dei Testimoni di Geova sia diretto dallo spirito santo, mentre nel comando di Cristo, non si fa alcun riferimento ad un organizzazione, tanto meno che essa sia diretta dallo spirito santo.

In maniera molto scaltra, il Corpo Direttivo del movimento che ha stabilito la formula battesimale, tenta di confondere il battezzando, facendoli credere di seguire il comandamento di Cristo, includendo nel testo delle due domande, le tre autorità chiavi citate dal Cristo, dando l’impressione che la formula sia concorde con quanto stabilito dal testo sacro.

In realtà, invece dell’autorità del “Padre”, secondo la domanda, ci si dedica a “Geova” non senza specificarne il motivo, che non è quello di essere discepolo di Cristo, ma di fare la volontà di Geova, la quale volontà, si comprende dalla seconda domanda, non è altro che il diktat dell’Organizzazione dei Testimoni di Geova, facendola passare per unico organo atto a trasmettere la Sua volontà, in quanto diretta dallo spirito santo, sia quando proclamano i corretti principi morali insegnati dal Cristo e i suoi apostoli, che quando propinano false profezie sulla fine del mondo (o “sistema di cose” come viene da loro chiamato) o impongono regole e leggi come quella che permette loro di lasciare morire un essere umano, perfino un neonato o un minorenne, quella che richiede che non si denuncino le trasgressioni, nemmeno quelle definite “reati” dalle leggi dello Stato, o che incitano all’odio dei propri simili, mentre il vangelo ci ricorda che dobbiamo amare i nostri nemici!

Potremmo perfino affermare che, l’avere manomesso il comando di Cristo in merito all’autorità dello spirito santo, relegandolo a uno strumento da invocare per legittimare la posizione dell’Organizzazione, hanno commesso il peccato imperdonabile contro lo spirito santo!

Denaturare l’essenza di quanto Cristo ha comandato di fare per identificare coloro che diventano SUOI discepoli, può equivalere ad una blasfemia in quanto Cristo non ha mai preteso che il ruolo dello spirito santo all’atto del battesimo fosse la legittimazione di un Organizzazione umana.

La fine di coloro che blasfemano lo spirito santo è ben descritta da Cristo stesso in Marco 3:29 che afferma:

”Comunque, chi bestemmia contro lo spirito santo non ha perdono in eterno, ma è colpevole di peccato eterno”.

Vedi anche argomentazione usata da Roberto di Stefano nella sua lettera alla Bethel di Thun, per delegittimare il suo proprio battesimo da Testimone di Geova, all'età di 12 anni!:

Delegittimazione del battesimo dei Testimoni di Geova


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